Intervista a Giovanni Poli, autore del romanzo dark fantasy Isaihas

Oggi intervistiamo Giovanni Poli e scopriamo chi è l’autore di Isaihas, romanzo dark fantasy in uscita il 29 ottobre e già preordinabile qui.

Giovanni Poli è scrittore e geologo ed è cresciuto a pane e D&D. Nasce nel giugno del 1976 a Milano. Nel 2001 si laurea in Scienze della terra al Dipartimento “Ardito Desio” dell’Università degli studi di Milano. Attualmente collabora alla progettazione di strade e ferrovie. Grazie al suo lavoro ha potuto viaggiare per Europa, Medio Oriente e Africa. Ha potuto confrontarsi con atmosfere, culture e popoli diversi. 

Curioso viaggiatore, ha saputo arricchirsi delle esperienze vissute. Tra le sue passioni, oltre alla scrittura, ci sono la lettura, la buona cucina e la musica, soprattutto quella ascoltata in vinile. Eterno ragazzo, Giovanni non ha mai smesso di seguire la sua più grande passione: il Fantastico. Cresciuto con D&D, Girsa, Il richiamo di Cthulhu, ma anche con i bonelliani Martin Mystère, Dylan Dog, Brendon, Dampyr, Dragonero, ancora oggi si considera vicino a questo mondo che tanto gli ha dato.

Isaihas è il suo romanzo d’esordio.

Ciao Giovanni, siamo felici di averti qui. Ci racconteresti come ti sei avvicinato al mondo della scrittura?

«Scrivo da una decina di anni, nel senso che ci ho messo questo tempo a terminare il mio primo romanzo pubblicato, Isaihas. Mi concedo molte, troppe, pause di riflessione tra una fase di scrittura e l’altra. Il mio lavoro mi ha più volte portato lontano da casa, in cantiere per lunghi mesi di fila, in posti spesso isolati e solitari. La sera, per passare il tempo, mi sono ritrovato davanti a un computer, a dare vita a quello che poi sarebbe diventato il mio primo romanzo».

Come mai con la tua scrittura hai scelto di raccontare mondi e idee fantastiche?

«Era una notte buia e tempestosa o, meglio, un pomeriggio di novembre, uno di quei giorni di freddo e di nebbia, durante i quali Milano mostra il suo volto più malinconico. Quattro amici hanno appena scoperto che quanto programmato per quel giorno sarebbe saltato, causa maltempo. Cosa fare? Come riempire quel sabato che si prospettava vuoto e noioso? “Se volete”, farfugliò uno di loro, “potremmo salire da me. Per il mio compleanno mi sono fatto regalare il manuale di Dungeons & Dragons, un gioco di ruolo appena arrivato in Italia, potremmo provare a dargli un’occhiata tutti insieme”. I quattro amici sono ancora lì, dopo più di trent’anni, che si ritrovano per giocare insieme. Ormai è più che altro un pretesto per vedersi, per fare quattro chiacchiere, raccontarsi dei figli che crescono, del nuovo lavoro, del trasloco… però sono sempre lì, intorno a quel tavolo, con la stessa passione e fantasia di quando erano ragazzini. Beh, è proprio intorno a quel tavolo che sono state gettate le fondamenta di quel percorso che, alla fine, mi ha portato a essere uno scrittore dark fantasy».  

Quindi per te che cosa è il genere fantastico?

«Credo, in realtà, che la maggior parte della letteratura, di ogni genere intendo, possa essere classificata come Fantastico. Che si parli di draghi, di maghi, di astronauti, di pirati, di esploratori, commissari, agenti segreti, ragionieri o dottori, a parlarne è sempre la Fantasia dell’autore, a immaginarli è sempre la Fantasia del lettore. Fantastico è qualsiasi pagina scritta, qualsiasi storia raccontata, qualsiasi quadro dipinto, qualsiasi cosa, insomma, che sia capace di far nascere un’emozione in chi la respira».

Passiamo ora al tuo romanzo. Come ti è venuta l’idea per Isaihas?

«Credo di farvi sorridere nel confessare che l’idea di base mi è venuta dopo aver ascoltato Gigi Proietti recitare le vicende del Cavaliere Nero (per chi non la conoscesse credo valga assolutamente la pena cercarla in rete). La sua ha ovviamente i toni della commedia, lontanissimi dalle atmosfere che si respirano in Isaihas, ma l’idea di fondo, quella di un “cavaliere nero” dal quale è meglio tenersi lontano, calza a pennello con il tormentato personaggio di Isaihas».

Senza fare spoiler, quale pensi sia il punto di forza di Isaihas?

«Non è facile rispondere senza fare spoiler, ma ci provo! Il punto di forza di Isaihas è forse il suo essere figlio di tutte le mie tante passioni, che ho cercato di mettere al servizio della scrittura. Si respirano, forti, le atmosfere del gotico; si riconoscono i tratti di “spada” lasciatimi dalle mie letture fantasy e dal mio essere un giocatore di ruolo; si scorge un ritmo nella narrazione piuttosto accelerato, tipico del mondo dei fumetti che frequento. Qualcuno mi ha fatto notare che il romanzo sembra essere stato scritto tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento e, pensandoci bene, è effettivamente il periodo storico da cui sono maggiormente affascinato, nella letteratura, nella pittura, nei tanti progressi scientifici che lo hanno caratterizzato».   

Quale è stata la cosa più difficile da affrontare nella stesura di Isaihas? E quella più sorprendente?

«La cosa più sorprendente è stata il rendermi conto che, in alcuni momenti, sembrava che la storia uscisse dalle mie dita prima ancora che dalla mia mente. Mi sono ritrovato a scrivere interi capitoli senza nemmeno avere un canovaccio da seguire. Deciso a grandi linee che, in quel dato momento del racconto, doveva succedere quella data cosa, tutto il contorno sembrava venire da sé. Insomma, ero il primo a stupirmi, a fine sessione, di aver scritto “tutte quelle cartelle” quando mi ero seduto solo per “buttare giù qualcosa”. Non mi vengono in mente particolari momenti difficili affrontati durante la stesura del romanzo. Il tanto tempo che mi è servito per completarlo, probabilmente, ne ha diluito la percezione e il ricordo».    

Qual è il personaggio di Isaihas a cui sei più affezionato?

«Sicuramente lui, Isaihas, forse perché, come il primo bacio, non si scorda mai. Isaihas è un personaggio tormentato, duro, tagliente, profondamente malinconico. Nella maggior parte dei romanzi avrebbe il ruolo dell’antagonista e non, come qui, del protagonista. Isaihas Germain Bombardier non è un vampiro, un demone, una bestia degli inferi, una creatura maledetta, un incubo notturno, un orco, l’uomo nero delle fiabe, Isaihas Germain Bombardier è tutte queste cose insieme, e il peso che ogni giorno deve sostenere per sopportare tutto questo ha ormai superato ogni limite».

C’è qualche ricordo particolare legato a Isaihas che vorresti condividere con i tuoi lettori?

«Forse l’emozione provata quando gli amici di Myth Press mi hanno contattato per farmi sapere che il mio lavoro gli “era piaciuto”. Non è stata la solita telefonata preimpostata da un commerciale, ma la telefonata di una persona che aveva letto (non è scontato), capito e apprezzato il mio lavoro. La telefonata è durata una ventina di minuti, credo. Quando ho riattaccato ero felice, e emozionato, come un bimbo la mattina di Natale»

Per concludere, a che tipo di lettore consiglieresti Isaihas?

«La mia speranza è che Isaihas possa incontrare il gusto di un’ampia platea di lettori. I primi a esserne incuriositi saranno sicuramente gli amanti del Fantastico, weird e gotico su tutti. In Isaihas, però, si respira anche tanto Fantasy classico, tanta “spada”, come direbbe qualcuno. La narrazione si muove all’interno di un contesto storico ben definito, quello della Santa Inquisizione, che ho cercato di caratterizzare e approfondire il più possibile, cosa che potrebbe incuriosire gli amanti dei romanzi storici. Credo, per chiudere, che per storia e stile di narrazione, Isaihas possa essere apprezzato da tutti gli amanti della letteratura di fine Ottocento e primi del Novecento».

L’edizione limitata e numerata di Isaihas è preordinabile qui. Con il preordine è compresa in omaggio l’edizione ebook.

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